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Metal gear solid 4, Troppo bello!

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simofer94
view post Posted on 9/11/2008, 21:27




METAL GEAR SOLID 4
Nel gioco controlliamo un Solid Snake invecchiato e stanco, costretto a lottare contro sé stesso prima ancora che contro il nemico. Un misterioso invecchiamento precoce l’ha colpito, e pur rimanendo nell’animo l’eccezionale soldato di un tempo, il suo corpo manifesta sempre più segni di decadimento. Siamo nel 2014, nove anni dopo l’incidente di Shadow Moses (MGS) e sette dopo l’avventura di Big Shell (MGS2). Snake viene nuovamente reclutato dal colonnello Roy Campbell per contrastare le mire di Liquid Ocelot, ovverosia Revolver Ocelot controllato dalla psiche del defunto Liquid Snake. Ocelot intende sovvertire il sistema dei Patriots e controllare direttamente le migliaia di soldati nel cui corpo sono state iniettate le nuove nanomacchine, composti bio-meccanici che garantiscono maggiori prestazioni sul campo di battaglia, nonché un’ubbidienza incondizionata.
Al fianco di Snake ritroveremo tutti gli amici che l’hanno accompagnato nelle missioni precedenti, a partire dal fidato Otacon fino ad arrivare a Mei Ling, passando per Meryl, la dottoressa Naomi Hunter, Rosemary e Raiden, diventato ora un cyborg.
Colmo di citazioni, richiami e omaggi a tutti i capitoli precedenti, Metal Gear Solid 4 chiude il cerchio dell’intera saga, e dà risposta a tutti i numerosi quesiti lasciati in sospeso, con una narrazione che scioglie o almeno prova a sciogliere tutti i nodi dell’intricatissima trama uscita dall’immaginazione di Hideo Kojima.

Come in passato è rimasta intatta la natura action/stealth del titolo, che nella maggior parte delle situazioni permette al giocatore di scegliere un approccio totalmente di basso profilo, uno spericolato “alla Rambo” oppure sperimentare varie sfumature intermedie che si possono creare mescolando i due stili precedenti.

La prima cosa che si nota nei segmenti espressamente votati all’azione, è che la natura “sparatutto” di Metal Gear è più accentuata che mai, tanto che per alcuni frangenti di gioco (come sul finire del primo atto) sembra quasi di giocare un Gears of War o un qualsiasi altro sparatutto “puro”. A testimonianza del nuovo approccio appena descritto arrivano le numerosissime armi ora a disposizione di Snake (quasi 70 in totale) e l’inedita facilità di ottenere sia le stesse armi che le munizioni: mentre in passato ci si doveva affidare solo a quelle trovate sul campo di battaglia, stavolta si possono acquistare direttamente via Codec al negozio di Drebin, carismatico trafficante d’armi che incontreremo durante il primo atto. A questi numerosi spezzoni adrenalinici fa però da contraltare un lungo segmento del terzo atto in cui Snake si improvviserà vera e propria spia, con l’unico obiettivo di pedinare e non farsi scoprire.
Negli scenari di guerriglia urbana si sente tutto il peso del concetto “No place to hide”, infatti come mai finora nella serie si ha la sensazione di essere allo scoperto, indifesi, circondati, con la necessità immediata di trovare un riparo o allontanarsi il più possibile da quell’inferno.
Fra le altre novità troviamo la tuta OctoCamo, capace di cambiare mimetizzazione in tempo reale, e il Metal Gear Mark II, un piccolo robot controllato in remoto da Otacon che all’occorrenza può essere utilizzato direttamente dal giocatore per fasi di esplorazione e avanscoperta. Vitale anche lo Snake Eye, dispositivo che permette scansione radar con individuazione istantanea dei nemici, binocolo e visione notturna.
Le scene di intermezzo sono nel classico stile Kojima: lunghissime. La novità è che sembrano sceneggiate in modo sensibilmente migliore rispetto al passato, e mentre negli scorsi capitoli poteva capitare che la passione venisse sopraffatta dalla noia, questa volta fare lo spettatore è più avvincente: capita addirittura di ritrovarsi piegati in avanti verso la TV, come per focalizzare al massimo l’attenzione su alcune scene. Il gioco è inoltre meno spezzettato, e quasi sempre le sessioni d’azione sono ben bilanciate con i momenti passivi, anche grazie ad un ridotto utilizzo delle comunicazioni via codec.
Menzione di merito per i boss, che nel puro stile Metal Gear propongono combattimenti originali e di una particolare raffinatezza di design. Il semplice schema “spara a ciò che si muove” non è gradito a Kojima, che cerca sempre di rendere unico ognuno dei suoi “cattivoni”. E pur non arrivando sempre ai livelli visti in passato, ad esempio con The End in Metal Gear Solid 3: Snake Eater, anche stavolta tanto di cappello.
Dal punto di vista della sfida offerta, c’è da segnalare un completo adeguamento agli standard odierni: a livello normale il gioco è abbastanza facile, ma per fortuna sono presenti ben tre livelli più ostici, due dei quali abilitati solo dopo aver finito una volta il gioco. La cosa che dà veramente fastidio è però l’intelligenza artificiale dei nemici, che soprattutto nelle modalità più facili è quasi imbarazzante. Una vera e propria nota stonata in un contesto generale sublime.
Scegliendo subito un livello di difficoltà adeguato e affrontando le missioni con una buona percentuale di stealth, in Metal Gear Solid 4 si può avere una longevità molto sopra la media: personalmente ho impiegato 27 ore a completare il gioco la prima volta. Poi, naturalmente, si può giocare e rigiocare ancora per sbloccare un numero infinito di gadget e contenuti aggiuntivi.


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mkuw
view post Posted on 9/11/2008, 21:45




ti garba proprio ehh?
 
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simofer94
view post Posted on 10/11/2008, 20:39




un po si
 
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2 replies since 9/11/2008, 21:27   67 views
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